mercoledì 12 ottobre 2011

Recensione a "Transilvania Love" a cura di Simona Liubicich

"Transilvania love" di Karinee Price
Recensione a cura di S.Liubicich da
 
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“Sappi dunque che dal gran silenzio ritornerò…
Non dimenticare che a te verrò di nuovo…
Un breve momento, un po’ di riposo nel vento,
e un’altra donna mi porterà in grembo…”
Kahlil Gibram
Queste le parole che per prime mi colpiscono nel  libro di Karinee; la citazione di un poeta che spezza le barriere del tempo, destinato a sopravvivere in eterno. I suoi versi inneggiano alla vita che si ripete, si rigenera e continua all’infinito; una prefazione perfetta per il contenuto di questo testo che ho letto con crescente ammirazione per la scrittrice che a mio avviso merita un posto ufficiale nell’universo della letteratura romance. Di emergente non si può più parlare ormai; Karinee è una scrittrice, è una donna che sa mettere mano alla penna virtuale e trascrivere su carta sentimenti, passioni, dolore e speranza.
“Transilvania love” narra la storia di Bea, una giovane donna con un passato di sofferenza celato dietro la perdita dei suoi genitori quando era ancora una bambina. La morte dell’amata nonna che l’ha cresciuta con un’educazione affettuosa e di vecchio stampo, rendendola differente rispetto le ragazze della sua società, la spinge alla ricerca di qualcosa di diverso. Ed è in un parco che Bea incontra un uomo all’apparenza piacevole, Giulio, col quale inizia una storia che sembra mossa da amore reciproco. Ma da qui parte la corsa verso il passato che ritorna, inesorabile, oscuro, denso di mistero e avvenimenti che hanno dell’incredibile. Il viaggio in Transilvania, il Carpat Trophy, la spedizione alla quale Bea riesce ad accodarsi è la rampa di lancio per la ricerca di sé stessa, in un susseguirsi di colpi di scena in una terra considerata maledetta. Ben presto, lungo la strada della verità, affascinante ed allo stesso tempo  sinistra, diversi personaggi si aggiungono alla vicenda, dove non tutti sono quelli che asseriscono di essere, dove poteri soprannaturali si alternano alle notti di luna piena ed ai boschi inquietanti, dove qualcuno attende l’arrivo di Bea immerso  in un’atmosfera surreale,  incastrando i tasselli di un puzzle che lasciano il lettore in attesa del gran finale, sfogliando pagina dopo pagina senza potersi staccare, come è successo a me. Nell’oscurità anche l’amore, quello vero, attende; un amore che ha superato le barriere del tempo attraverso i secoli per essere ricongiunto e finalmente appagato…Attende anche la morte, sinistra, pericolosa e mossa da odio atavico ma qui non vi parlerò dei particolari della trama, poiché sarebbe fare spoiler su un libro che forse non avete ancora letto. Vi consiglio quindi di acquistare “Transilvania Love”; non vi deluderà così come non ha deluso me…
Simona Liubicich

mercoledì 25 maggio 2011

Festa a tema


La mia festa di compleanno è stata senza dubbio originale, questa volta. D’altronde, mi capita di festeggiare nel giorno esatto, solo ogni 4 anni. 
Ragionando con la mamma, sul fatto che potrei non compiere mai veramente diciotto anni, e tutto questo è inquietante, è nata l’idea della festa a tema: “Il compleanno fantasma”. Il mio look? Elegantissimo, ma spettrale.
“Buon compleanno, Lara!”.
“ ‘sera, papà. Grazie!”.
“Com’è andata la festa?”.
“Oh, benissimo. Ci siamo divertiti come matti”.
“Tesoro, scendi in cantina a prendere la bottiglia speciale".
“Quella che hai acquistato il giorno della mia nascita? E che conservi da sedici anni?”.
“Sì, proprio quella e… fai attenzione”.
Questa fissazione per la bottiglia è davvero bizzarra.   
Prendo le chiavi della cantina e mi avvio al piano di sotto. 
Non mi è mai piaciuto scendere qui. Quando ero piccola mi sembrava sempre di vedere strane figure aggirarsi nel sotterraneo. 
Ovviamente era solo la mia immaginazione.   
Scendo gli ultimi gradini e mi sento avvolgere dal gelo, una folata che proviene dalla finestrella stranamente aperta. I gradini sono finiti e mi sento smarrita. 
Non ricordo perché sono scesa in cantina. Certo, il fatto che la nostra casa sia stata costruita sopra il terreno di un vecchio cimitero, mi ha sempre disorientata. Ma questo non giustifica la mia memoria. 
L’aria ha un odore pungente e piuttosto acre.   
Mi giro di scatto, per tornare indietro, ma non c’è più il dietro.   
Sono al centro di un cimitero. 
Il mio cuore accelera bruscamente. Le gambe si fanno molli e, a fatica, mi trascino. Cerco di uscire da questo stordimento a cui rifiuto di credere. 
Ora chiudo gli occhi, li riapro, e torna tutto come prima. 
Ma non accade. 
 Arranco e appoggio una mano su una lapide, per sorreggermi.  
 L’incisione attira la mia attenzione:
Lara Alati
Nata il 29 febbraio 1960
Morta 29 febbraio 1960

Un’ombra sinistra, con quella bottiglia in mano, mi chiede: “Festeggiamo?”.

mercoledì 27 aprile 2011

RASSEGNA STAMPA






Da Il Piccolo 15 ottobre 2010


Da Il Piccolo 20 ottobre 2010

Da Il Messaggero 11 novembre 2010

Da IL Messaggero novembre 2010

Da Il Mercatino FVG dicembre 2010
Da Il Piccolo giugno 2010